Etiopia

La carta dell’Etiopia con, in rosso, la posizione di Gambo, dove si trovano alcuni dei progetti di MCO


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La Repubblica Federale Democratica dell’Etiopia è uno stato dell’Africa sub-sahariana orientale che si colloca a ridosso della fascia saheliana, l’area geografica immediatamente a sud del deserto del Sahara che si estende dall’Oceano Atlantico al Mar Rosso. Priva di sbocchi al mare, l’Etiopia costituisce insieme all’Eritrea, alla Somalia e a Gibuti la sub-regione denominata Corno d’Africa.

Ha una superficie di 1.127.127 chilometri quadrati – pari a circa il doppio della Francia – ed è perciò il 27° Stato al mondo per grandezza. Ha una popolazione di oltre 76 milioni di abitanti e un indice di sviluppo umano pari a 0.414 che lo colloca tra i Paesi di fascia bassa, al 171° posto su 185 Paesi.
È un Paese molto antico che può vantare una storia plurimillenaria, poiché il primo regno etiope di cui si hanno prove storiche – il Regno di Axum – sorse tra il IV e il I secolo a.C e regnò, con alterne fortune, circa fino al 950. Seguì, fra l’anno mille e il 1270, la dinastia Zagwe, alla quale succedette quella detta Salomonica, che regnò per oltre settecento anni. L’ultimo imperatore, Haile Selassié, fu deposto dal colpo di stato militare del 1974, che portò al potere Mengistu Haile Mariam. Nel 1936 l’Etiopia fu annessa all’Africa orientale italiana, suddivisione amministrativa dell’autorità coloniale fascista comprendente l’Eritrea e la Somalia italiana. L’occupazione durò fino al 1941.

Alla caduta del regime di Mengistu, nel 1991, il Paese conobbe l’introduzione del multipartitismo e nel 1995 furono indette le prime elezioni democratiche. L’attuale capo di Stato è Girma Wolde-Giorgis, rieletto per un secondo mandato di sei anni il 9 ottobre 2007. Il primo ministro è stato fino al 2012 Meles Zenawi il quale ha promosso una politica di federalismo su base etnica che delega molti poteri alle nove regioni in cui è suddiviso il Paese.
I principali gruppi etnici sono gli Amhara, gli Oromo, i Tigray, che insieme formano i tre quarti della popolazione, i Somali e altre minoranze etniche. La lingua ufficiale è l’amarico, anche se di recente è stato sostituito nelle diverse regioni dalla lingua locale nell’insegnamento scolastico.

La sanità in Etiopia

(dati Ministero della Sanità etiope e OMS)

L’Etiopia ha una situazione sanitaria piuttosto compromessa rispetto ad altri Paesi in via di sviluppo e alla realtà dell’Africa sub-sahariana. Le cause sono principalmente legate alla presenza di infezioni prevenibili e deficienze nutrizionali. Le malattie trasmissibili rappresentano fra il 60 e l’80 per cento dei problemi sanitari del Paese.

La povertà diffusa, i bassi tassi di reddito e di istruzione (specialmente per le donne), un inadeguato accesso all’acqua pulita (disponibile solo per il 42% della popolazione) e alla sanificazione e un insufficiente accesso all’assistenza sanitaria sono tutti elementi che contribuiscono a rendere difficile la situazione sanitaria.

La speranza di vita alla nascita è di 48 anni in media, mentre la mortalità infantile è fra le più alte del mondo: a non sopravvivere sono 871 su centomila nati vivi. La situazione è inoltre aggravata dall’alto tasso di crescita demografica: i giovani rappresentano un terzo della popolazione etiope. Molto bassi sono anche gli standard relativi alla salute riproduttiva: ineguaglianze di genere, persistenza delle mutilazioni genitali femminili, gravidanze indesiderate, aborti non sicuri e diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili (fra cui l’HIV/Aids) sono tutti problemi per cui non esistono oggi risposte adeguate nel Paese.

Quanto alla diffusione del virus dell’HIV, in Etiopia circa un milione di persone vivono con l’HIV e circa 125 mila sono le nuove infezioni ogni anno. Secondo i dati del 2007/2008, il tasso di infezione era pari al 2.1% (nelle aree rurali è dello 0.9%, mentre nelle zone urbane sale al 7.7%). La malaria rimane la principale causa di malattia e morte nel Paese; secondo dati del 2001, solo un terzo dei casi di pazienti con febbre visitati nei centri sanitari riceveva un adeguato trattamento.

La spesa per la salute è pari al 3.9% del PIL. La struttura sanitaria è basata sulla presenza di piccoli centri di salute ciascuno dei quali deve occuparsi mediamente di circa diecimila persone. Gli ospedali veri e propri sono 143, cioè un ospedale ogni 1.8 milioni di abitanti. I medici sono 1.806, cioè uno ogni cinquantaseimila abitanti.

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