Appuntamento all’apatam

Il contesto

La strada principale di Marandallah

Marandallah si trova nel nord del Paese, in una zona che durante le guerre civili ivoriane si è trovata sotto il controllo degli oppositori al governo centrale. È un’area isolata e difficoltosa da raggiungere a causa dello stato precario delle infrastrutture e delle vie di comunicazione. E’ una zona di savana erbosa, favorevole per l’agricoltura e l’allevamento: le principali coltivazioni sono quelle del cotone, del mais e del riso. La maggioranza della popolazione è di religione musulmana. La provincia di Marandallah conta ventisei villaggi e trentatré insediamenti con una popolazione presente nel 2012 stimata a quarantuno mila persone. Sia l’elettricità che l’acqua corrente sono raramente disponibili in questa zona.
Nella parrocchia di Saint Jean Baptiste (San Giovanni Battista) a Marandallah i missionari della Consolata gestiscono una serie di attività di cooperazione allo sviluppo tra le quali la gestione di un dispensario e di una maternità.

La situazione locale è caratterizzata da un altissimo tasso di analfabetismo: mentre a livello nazionale è analfabeta il 45% della popolazione, per questa regione si stima un tasso di analfabetismo molto più elevato, pari all’80-85% della popolazione. La scolarizzazione nella zona di Odienné è pari a circa il 35% (dati Istituto nazionale di statistica della Costa d’Avorio), mentre il tasso nazionale è pari a circa il 55%. In questa zona persiste una scarsa conoscenza da parte della popolazione delle più elementari nozioni legate a diritti umani, igiene e sanità. Questa situazione, già problematica di per sé, è ancora più grave considerando le particolarità della zona, abitata da una popolazione fortemente multietnica e spesso proveniente da Paesi confinanti. In un momento storico come quello che la Costa d’Avorio sta affrontando ora, dopo due conflitti e numerosi episodi di tensione interna, è fondamentale che la popolazione locale sia in grado di comprendere ciò che avviene nel Paese e di partecipare attivamente alla costruzione di una società civile che contribuisca a dare allo Stato ivoriano un futuro di convivenza pacifica, allontanando così il rischio di nuovi conflitti.
Secondo l’analisi effettuata dai missionari, è fondamentale intervenire con un programma di formazione mirante all’alfabetizzazione, da un lato, e all’acquisizione da parte dei beneficiari di informazioni che permettano loro di comprendere le dinamiche politiche locali e nazionali, gestire la convivenza fra gruppi etnici diversi, acquisire conoscenze igienico-sanitarie e dotarsi delle competenze necessarie all’avvio di micro-attività economiche.

Il progetto

Appuntamento all’apatam: sei luoghi per imparare, discutere, conoscersi e ricostruire insieme la pace in Costa d’Avorio

Un apatam nel quale si sta tenendo un corso di formazione in sartoria
Un apatam nel quale si sta tenendo un corso di formazione in sartoria

La proposta dei missionari è quella di costruire sei apatam, piccole ed essenziali strutture che facciano da luogo di aggregazione all’interno del quale svolgere le attività formative e creare coscienza comunitaria. Gli apatam verranno costruiti presso la parrocchia e in altri cinque centri della zona seguiti dai missionari della Consolata e facenti capo alla parrocchia di Marandallah. A beneficiare dell’intervento saranno almeno un centinaio di adulti e circa trenta bambini non scolarizzati in ciascuna località.

L’apatam è una sorta di paillote, o grande capanna; in Africa occidentale è una delle più diffuse strutture per l’aggregazione e, nelle sue varianti più grandi, è in grado di ospitare fino a quattrocento persone. In passato era costruita con materiali naturali (legno per la struttura e paglia per la copertura); oggi, il tetto viene spesso realizzato in lamiera zincata mentre la struttura viene rafforzata con pali metallici in modo da garantire una maggior durata della costruzione. Il pavimento e il muretto perimetrale, inoltre, sono spesso costruiti in cemento; dal muretto si ricava una seduta che può essere utilizzata come panchina. Si tratta comunque di strutture semplici e aperte, all’interno delle quali si possono svolgere diverse attività comunitarie al riparo dalla pioggia. Le foto nelle pagine seguenti mostrano la struttura dell’apatam e alcune delle attività aggregative e formative per le quali la costruzione può essere utilizzata.
Oltre ai corsi di alfabetizzazione, verranno attivati altri corsi di educazione igienico – sanitaria, storia e diritto. Inoltre, secondo i missionari è opportuno fornire formazione anche su attività generatrici di reddito, ad esempio organizzando corsi di taglio e cucito, in modo che i formati possano avviare iniziative economiche che permettano il sostentamento delle loro famiglie. Per far fronte all’ampliamento dell’offerta formativa, gli insegnati verranno quindi portati da cinque a dieci: saranno scelti fra i membri della comunità locale più competenti e adeguatamente formati e seguiranno regolari corsi di aggiornamento.

Finanziatori

OPAM – Opera di promozione della alfabetizzazione nel mondo

PROGETTO CONCLUSO – OPAM ha inoltre sostenuto l’installazione del fotovoltaico negli apatam.