La parrocchia di S. Hilaire, luogo di realizzazione del progetto, si trova nel comune di Kimbanseke, nel sud-est di Kinshasa, la capitale di R.D.Congo.
È una zona periferica, marginale, in continua espansione a causa del flusso migratorio della popolazione proveniente dall’interno o da altre parti della città, dove gli affitti di case sono più costosi.
Il quartiere è una piattaforma sabbiosa lontana 4-8 chilometri dalle strade principali. Durante la stagione delle piogge a causa del fango e durante la stagione secca a causa della sabbia, l’accesso al quartiere è estremamente difficile. Nella parte meridionale della località, l’erosione minaccia le case. I servizi essenziali alla vita (acqua, luce, fognature ecc.) non soddisfano le necessità della popolazione.
La metà del quartiere non beneficia del servizio idrico pubblico e l’elettricità ne copre il 12% . Non ci sono mezzi pubblici: per raggiungere i mezzi di trasporto e recarsi in città per andare al lavoro, a scuola, o per usufruire dei servizi sanitari occorre percorrere a piedi o in taxi-moto per chi può permetterselo una distanza di almeno di quattro chilometri per raggiungere la strada principale.
Il quartiere, che ha una popolazione di circa 34.000 abitanti, è abitato dalla classe operaia e media. Il reddito principale si basa sui salari degli uomini impiegati nel settore terziario (infermieri, insegnanti), nel commercio, soldati, autisti di imprese.
Lo stipendio mensile è di circa 70-90 dollari. Il 42% della forza lavoro è disoccupata. Le donne collaborano e integrano il bilancio familiare con la loro attività di piccolo commercio e coltivazione di orti fuori città.
Una famiglia è composta in media da 8-9 bambini, a cui si aggiungono i figli adottivi di genitori, o parenti morti o partiti verso l’ Angola o altri paesi.
La gente vive in piccole case di pochi metri quadrati, ricoperte di lamiere ondulate, disposte in un pezzo di terra con alcuni alberi di piante per rifugiarsi dal sole e per la frutta. Molte di esse non sono finite a causa della mancanza di mezzi finanziari.
Il 60% della popolazione ad un’età inferiore ai 20 anni. I giovani sperimentano la loro crescita in modo disordinato: il 45% non frequenta la scuola o la frequenta occasionalmente. Sono i genitori a sopportare tutto l’onere dei costi per la scolarizzazione dei propri figli.
Nel quartiere fra i giovani non sono infrequenti la dipendenza da sostanze psicotrope e dall’alcol e il ricorso a piccoli crimini per ottenere il denaro necessario a procurarsi tali sostnaze. Sei ragazze su dieci di età fra i 15 e i 20 anni sono ragazze-madri; l’infezione da HIV e l’AIDS sono in aumento.
Anche dal punto di vista sanitario le difficoltà sono diverse, a cominciare dal fatto che l’assistenza medica è completamente a carico del paziente e della sua famiglia.
Le malattie più diffuse sono malaria, verminosi, febbre tifoide, tubercolosi, meningite, diabete, AIDS. La mortalità nei bambini fra 0 e 5 anni raggiunge il 14%. Il periodo più critico è il momento dello svezzamento: molte giovani madri, quasi sempre scarsamente scolarizzate e sostanzialmente analfabete, hanno difficoltà a individuare le malattie dei loro bambini faticano a comprendere e seguire con costanza le terapie e ad applicare indicazioni – ad esempio sulla corretta nutrizione – che talvolta basterebbero da sole a salvare la vita dei piccoli.
Il progetto di microcredito
Il progetto ha l’obiettivo di accompagnare le famiglie vulnerabili per consentire loro, attraverso attività generatrici di reddito, di soddisfare i loro bisogni di base.
Il progetto prevede una formazione che stimoli lo spirito di iniziativa e la creatività, promuova il risparmio e fornisca nozioni di base sulla contabilità. Completata la formazione, le persone coinvolte che si prevede siano per la maggior parte donne, avranno a disposizione un importo pari a 150 euro per avviare o rafforzare un’attività generatrice di reddito.
I partecipanti saranno tenute alla restituzione del fondo dopo cinque mesi in modo che sia possibile con il denaro restituito coinvolgere altre persone interessate.
Tutte le attività saranno gestite dal comitato di gestione parrocchiale in collaborazione diretta con le CEVB (Comunità di base); la parrocchia fornisce un ufficio per la gestione e il funzionamento del progetto
Il progetto di avicoltura
L’altra iniziativa che si prevede di avviare per sostenere il reddito delle famiglie di Saint Hilaire, coinvolgendo specialmente le donne, è quella dell’allevamento di galline ovaiole.
Il progetto, che prevede la costruzione di un pollaio comunitario e l’acquisto di 150 pulcini, permetterà a un gruppo di donne del quartiere di avere a disposizione uova per le proprie famiglie e di venderle sul mercato locale, così da migliorare la propria condizione sia dal punto di vista nutrizionale che da quello economico.
Vuoi aiutarci?
Con 10 euro
fornisci il materiale formativo e la cancelleria a una delle donne coinvolte nel programma di microcredito
Con 20 euro
regali 10 pulcini a una delle donne coinvolte nel progetto di allevamento delle galline ovaiole
Con 150 euro
garantisci il fondo a una delle 60 persone partecipanti al programma di microcredito.