Il contesto
Maputo è la capitale e la maggiore città del Mozambico, principale porto sulla baia di Delagoa (Oceano Indiano). Conta 1.114.000 di abitanti (dati 2004). Da un punto amministrativo, la città di Maputo costituisce una provincia autonoma; la Provincia di Maputo non comprende il territorio della città e ha capoluogo Matola, dove è situato il quartiere Liberdade in cui si svolgerà questo progetto.
L’accelerato processo d’urbanizzazione ha fatto sì che nelle periferie della capitale, come appunto Liberdade, si concentrasse un numero molto grande di persone provenienti dalle aree rurali del Paese per cercare opportunità di lavoro. Tali opportunità, tuttavia, si riducono spesso a lavori precari, mal pagati e umili e il tasso di povertà rimane elevato.
All’aumento demografico nelle periferie urbane non ha corrisposto un pari miglioramento delle infrastrutture sanitarie o del personale medico-sanitario
Le fasce più deboli, specie gli anziani, le donne e i bambini sono le vittime di un sistema sanitario che favorisce chi possiede denaro e ignora quanti non riescono a pagare una visita medica adeguata. Per questo aumentano le malattie e le morti premature e in molte famiglie le condizioni igienico-sanitarie sono precarie.
Il progetto
Le erbe che curano: far fiorire la salute a Maputo
La missione IMC a Liberdade, sensibile al disagio sanitario, ospita già da qualche anno un piccolo centro sanitario di medicina naturale. Tale centro è concepito come luogo di cura alternativo e supplementare per le malattie più comuni attraverso l’uso di erbe medicinali mozambicane e straniere. Si utilizzano l’artemisia, che è un buon antimalarico naturale, la muringa, ricca di vitamine e ferro che aiuta ad aumentare l’emoglobina del sangue (usata per i casi di anemia) e il beijo de mulata per le malattie gastro-intestinali.
Molto utili e richiesti sono la tansagem che possiede proprietà antibiotiche, antiinfiammatorie ed antiallergiche , la radice di cajú (pianta da cui si ottiene anche l’anacardo) che aiuta ad attenuare i dolori reumatici e articolari. Per i parassiti intestinali è molto utile anche lo sciroppo di papaya: il gusto piacevole ne rende più facile l’assunzione da parte dei bambini.
Il Centro ha un piccolo giardino con varie piante medicinali. Si avvale di un terreno a pochi chilometri di distanza, messo a disposizione dalla congregazione delle suore Francescane di Susa, dove si possono piantare e raccogliere alcune radici locali dalle proprietà antibatteriche o antimicotiche particolarmente utili per esempio nel caso di foruncolosi, candidosi e funghi superficiali della pelle.
Il lavoro del centro consiste nella raccolta delle erbe, la pulizia, la selezione, il calcolo delle quantità e il miscuglio delle erbe. Dopo l’opportuna lavorazione o l’eventuale cottura si producono sciroppi, tonici, polveri e pomate che vengono successivamente imbottigliati.
Questa struttura, benché non molto grande, funge da laboratorio, consultorio e farmacia alternativa con medicine a basso costo per garantire a tutti un minimo di assistenza. La vendita dei medicinali nonostante il prezzo molto basso, permette di raccogliere i fondi necessari per lo stipendio delle lavoratrici (tre fisse) che preparano le medicine, ma non copre le spese di ristrutturazione e ottimizzazione della struttura. Il centro si pone anche come piccola scuola di medicina familiare, per insegnare alle giovani madri a migliorare l’igiene domestica e ridurre le malattie dei loro bambini con delle semplici accortezze che in luoghi come questo sono tutt’altro che scontate.
Attraverso questo progetto si procederà ad attrezzare meglio il laboratorio e la farmacia, rendere più igieniche le condizioni di realizzazione delle medicine e creare le condizioni necessarie per piccoli corsi che istruiscano le persone nell’arte della terapia naturale.
In una seconda fase, si valuterà l’opportunità di avvalersi anche di ulteriore personale specialistico (medici ed infermieri) per associare alle cure naturali anche i farmaci sintetici, prescritti dopo opportune visite mediche. Gli infermieri sarebbero inoltre a disposizione dei pazienti per test della pressione, della malaria e dell’HIV.
PROGETTO CONCLUSO